Ieri notte sono stata su fino alle due per vedere l'ultimo serale di Amici.
Ieri sera ho visto arrivare in finale i due che più mi hanno commosso e fatta divertire durante l'anno.
Uno con la sua abnegazione, l'altro con la sua versatilità, e, diciamocela tutta, col suo carattere di merda che spesso e volentieri mi faceva pensare al mio.
Talento e cocciutaggine, risse ed impegno.
Alle loro sfide individuali ho pianto come una fontana ascoltando le loro storie.
Mi ha colpito tanto Ivan, l'unico che ieri ha mostrato di aver studiato tutto quel che c'era da studiare per la sfida, è andato avanti spedito, li ha fatti fuori tutti ed ha vinto, per me meritatissimamente. Ha fatto fruttare i suoi talenti, in silenzio e senza troppi grilli.
Il mio preferito però resta Andrea, quel che alcuni chiamano il perfido Dianetti, accusato a destra e a manca di calcoli, manipolazioni e cattiveria insita. Mi ha colpito il suo parlare spesso e volentieri a sproposito, mi ha fatto tenerezza, mi sono chiesta come fosse possibile non capire che fosse stato più furbo probabilmente se la sarebbe giocata meglio. Ci ha quattro anni di meno il fanciullo, ed io sto moralmente impegnata, ma idealmente una mezza proposta indecente non gliela toglie nessuno.
"Ho sempre paura di dire la cosa sbagliata e regolarmente dico la cosa sbagliata".
Sarebbe bastato questo a farmelo piacere.
Mai come quest'anno mi sono appassionata a questo programma.
Mai ero arrivata a parlarne sul mio blog.
Ivan d'Andrea ha vinto Amici.
Il mio Andrea Dianetti ha vinto con lui.
Due modi diversi di stare al mondo, due filosofie di vita diverse.
Avrebbe vinto il migliore in ogni caso.