26 gennaio 2006

Sulla vittoria di Hamas

Sono circa quattro anni che tento di partire per Israele.
Per molti motivi.
Una buona amica che non vedo oramai da anni e m'invita ogni due mesi, la voglia di impiantarmi in qualche kibbutz per minimo tre mesi e di imparare l'ebraico decentemente, il desiderio di visitare luoghi che esercitano su di me un fascino irresistibile.
Ogni volta che so di avere del tempo libero nell'ordine di mesi ci penso su a lungo, poi chiudo di nuovo i miei desideri in un cassettino e dico a me stessa che prima o poi la situazione migliorerà, che se non arriverà la pace quantomeno arriverà la tranquillità.

[continua di qua]

scritto da Rachele alle 11:27 AM

5 Commenti:

Jacko83 dice:

problematiche serie.
Ma le colpe sono di tutti.
quanti.
noi.

6:32 PM

 
Samuele dice:

Sono pessimista. E come quando si aspetta ad acquistare qualcosa di informatico nella speranza che il prezzo scenda. Il prezzo scende, ma esce sempre qualcosa di nuovo, e l'acquisto slitta....

10:01 PM

 
restodelmondo dice:

Io, guarda, sono ottimista. Mica felice, eh: ma ottimista.

Penso che Hamas al governo depotenzierà Hamas.

Come notava un pezzo sul NYT di oggi (mi pare, se vuoi ti mando il link più preciso): ora un attentato di Hamas sarà un atto di guerra a cui Israele potrà rispondere come a un atto di guerra - e Hamas non può volere lo scontro diretto, risulterebbe in una disfatta.

E per di più Hamas avrà da restarci, al governo: il che vuol dire governare effettivamente la Palestina - il che dopo la notoriamente corrotta gestione Al-Fatah (per inciso: quanto il voto è stato ad Hamas e quanto contro Al-Fatah?) è abbastanza da tenere occupata una mezza dozzina di governi.

Insomma: capisco l'incazzatura (pardon my French), ma potrebbe essere la peggior batosta di Hamas (Hamas-terrorista, intendo; poi se emergesse un partito-Hamas, beh, cavoli interni della Palestina).

4:04 AM

 
Anonimo dice:

piena sindrome pre post o durante?
partendo dal concetto che per me la democrazia non è roba per tutti, anzi per pochi ( e se ci state mi candiderò a dittatore alle prox elezioni con poche semplici promesse..), direi che se la volontà di un popolo si è espressa bisogna rispettarne la sovranità. ma a parte queste cazzate tra varie parentesi, siamo poi così sicuri che sia una notizia tanto negativa? un commentatore a me vicino e sempre ricco di spunti interessanti, mi suggeriva che hamas è un interlocutore molto più attendibile di un'alternativa corrota e non funzionante..Almeno la certezza che alle parole seguiranno fatti e non pippe è molto più alta. alla base del terrorismo c'è anche l'impossibilità di un confronto su un piano comune. ora il piano comune tra l'organizzazione terroristica ed israele c'è, perchè son due stati. hamas rappresenta uno stato, non è più impalpabile.ciò cambierà molte cose.
ultima cosa il finale del tuo post- decisamente una caduta di stile rispetto alla belezza di altri tuoi- secondo me si commenta da solo..

10:27 PM

 
Anonimo dice:

Il finale del mio post è figlio di un istante di frustraziuone allo stato puro. Lo so che è una caduta di stile...

1:29 PM

 

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