21 settembre 2007

Giuriamo far libero il suono natio, Uniti per Dio chi vincer ci può

Ritorno a casa da Ferrara in treno, l'i-pod spazia random nella libreria musicale del fidanzato mentre la sottoscritta sonnecchia beatamente.
D'un tratto l'inno di Mameli, la versione integrale.
E come ogni volta non riesco a non sbellicarmi quando sfocia in tutta la sua italianitudine.
Ovvero quando inizia ad insultare gli altri.

"Son giunchi che piegan le spade vendute;
già l'aquila d'Austria le penne ha perdute;
il sangue d'Italia il sangue polacco,
bevé, col cosacco, ma il cor le bruciò."

Divino

scritto da Rachele alle 7:39 AM

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