28 ottobre 2007

Bisognava arrivare a tanto?

Mi si è stretto il cuore ieri sera, guardando a "che tempo che fa" Nicoletta Mantovani parlare di se stessa, della figlia, della malattia del suo lutto recente (qui e qui due spezzoni video, poi gli articoli di Repubblica, Corriere e Tgcom).
Stare vicino a un marito che lentamente muore penso sia qualcosa che strazia l'anima; soprattutto quando lascia una bambina che per l'età farà fatica a serbare ricordi chiari del proprio padre.
Ho trovato triste che una donna già provata per i fatti suoi abbia dovuto andare ad esibire la propria sofferenza in pubblico per avere una parvenza di credibilità, perchè gli stessi giornali che fino a ieri la accusavano di circonvenzione di incapace oggi parlassero rispettosamente del suo dolore.
Ho trovato triste da parte dei giornali il puntare il dito sulla sua malattia e i sedicenti amici affrettarsi a rilasciare dichiarazioni in tal senso fino alla sua conferma di ieri sera. La sclerosi multipla è una malattia difficile da affrontare, soprattutto emotivamente visto che traumi possono causare la comparsa delle recidive, ma non è una condanna a morte, la medicina sta facendo passi da gigante in questo senso e l'informazione sulla malattia fatta in questo senso non aiuta nè chi ci convive nè chi non la conosce. Mi ha commosso la dignità di una donna provata, che non vuol essere guardata in maniera diversa per la malattia che si porta dietro.
La diversità e il disagio stanno, come sempre, negli occhi poco innocenti di chi guarda.

scritto da Rachele alle 9:47 AM

1 Commenti:

paolo dice:

Mi ha molto colpito una domanda di Fazio in cui le faceva notare che comunque lei "incarnava" il personaggio della giovane moglie di seconde nozze dell'anziano e famoso... e ho trovato che avesse una dignità e una forza impressionanti.

1:59 PM

 

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