06 novembre 2007

I limiti del diritto di cronaca

E' morto Enzo Biagi, ed è un trionfo di coccodrilli preparati in questi giorni tra un augurio di pronta guarigione e l'altro. Se ne va anche lui, a 87 anni, di sicuro un pezzo di storia di questo paese.
Non posso dire di averlo mai apprezzato paricolarmente, sono cresciuta senza televisione ed "il fatto" non l'ho mai visto, se non sporadicamente, non mi ha mai fatto compagnia per cena. Di quel che scriveva invece ricordo poco, non sono mai riuscita a leggerlo agevolmente, mi è stato detto più volte che son nata troppo tardi per leggerne "in tempo reale" i pezzi migliori.
Insomma, per me Biagi è sempre stato un simpatico nonnino, troppo verboso per i miei gusti, che meritava di sicuro più di qualche amarezza in meno verso il tramonto della sua vita.
Ora, sinceraente, l'ostensione esibita dei suoi resti terreni sulla principale testata nazionale italiana mi fa un po' tristezza.
Un po' tanta.
Capisco una foto alla camera ardente piena di persone, capisco anche una foto alla bara, ma questa popò di carellata su tutte le angolazioni del cadavere compresa la zoomata sul volto del defunto la trovo di uno squallore inaudito.
Per quel che mi riguarda Biagi già è stato cannibalizzato in vita e usato in maniera strumentale da gente che se n'è riempita la bocca così per partito preso, senza curarsene davvero, senza far qualcosa per lui, in poche parole fregandosene nei fatti.
Sarebbe carino che gli avvoltoi adesso ne lasciassero in pace almeno le spoglie mortali.

[Update: la galleria è stata opportunamente modificata. Qualcosa di inopportuno ancora c'è ma la foto con zoomata sul viso almeno è scomparsa. Per ora.]

scritto da Rachele alle 6:30 PM

3 Commenti:

paolo dice:

E' fenomenale che adesso gli vogliano tutti un gran bene. E invece, visto tutti i posti di direttore che "non" ha collezionato doveva stare sulle scatole a parecchi. Ma adesso tutti grandi amici, compresi quelli che l'avevano dimenticato quando è stato cacciato dalla Rai

2:42 PM

 
paolo dice:

Per la serie: La faccia come il culo.

MILANO - "Non c'è mai stato un editto bulgaro
né ho mai detto che questi signori non dovevano fare televisione": con queste parole Silvio Berlusconi, dopo la morte di Enzo Biagi, torna sulle accuse di aver cacciato - quando era la governo - il grande giornalista dalla tv pubblica.
"Tutto e' stato sconvolto - continua l'ex presidente del Consiglio - la verità è che io criticai, e la critica è ancora valida, come veniva usata la tv, soprattutto quella pubblica, pagata con i soldi di tutti e dissi che i dirigenti nuovi che verranno dovranno evitare che ciò si ripeta. Non c'era nessuna intenzione di far uscire dalla televisione e neppure di porre veti alla permanenza in tv di chicchessia. Quindi ancora una volta è stato tutto deformato dalla sinistra.

4:02 PM

 
Krs dice:

Per fortuna lo zoom sulla salma me lo sono perso...

Baci
Krs

8:50 PM

 

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